EPISODIO 8

 

I PREDATORI DEL FILM MALEDETTO

 

di Igor Della Libera

 

 

 

 

Cowan guidava il gruppo dei tre Night Shift in borghese lungo i corridoi della Cineteca di Los Angeles. Falena aveva scelto un completo sobrio da studentessa, Dansen aveva optato per un abito lungo pentendosi, appena uscita dalla villa, della scelta poco felice nel caso ci fosse stato un attacco. Straccione era quello che aveva subito il cambiamento maggiore.

Non lo si vedeva spesso libero dagli abiti frusti e sporchi, senza la sua sciarpa. In quel gessato scuro con i polsini della camicia bianca che uscivano dalle maniche nere della giacca impeccabile era diventato uno di quei ricchi affaristi che aveva combattuto all'inizio della sua carriera dopo che un gruppo di loro lo aveva manipolato dandogli i suoi strani poteri.

La ricerca tra le opere di Folsomm si rivelò più fruttuosa del previsto ed evitò al gruppo la visione della discutibile produzione dell'uomo che faceva sembrare Ed Wood Billy Wilder.

Trovarono infatti, infilata tra “Le mantidi assassine colpiscono ancora” e “Il pianeta dei taboo” una delle pochissime interviste rilasciate da Folsomm sul suo lavoro di produttore e regista. Non era mai andata in onda e solo per caso uno dei curatori della Cinemateque era riuscito a venirne in possesso. Cowan si era fatto dare il vhs, insieme ad altri, e aveva prenotato per diverse ore una delle postazioni video.

Il giornalista inserì il nastro e dopo qualche minuto di buio e lo scorrere alla rovescia di grossi numeri bianchi comparve Folsomm. L'immagine non era delle migliori sgranata e graffiata da disturbi sia nel video che nell'audio. L'inquadratura era un piano americano da intervista, ma Dansen Macabre riconobbe subito la stanza dove era stata girata.

-E' nello studio della villa. La scrivania che si vede è la stessa come gli scaffali con i libri.

Folsomm aveva un volto allungato segnato sul mento da un po' di barba. Salendo c'era una bocca sottile e dei baffetti che piegavano verso il basso. Gli occhi erano quelli di qualcuno che non dormiva sonni tranquilli da molto tempo.

Le mani ogni tanto sfuggivano al taglio della telecamera e mostravano la sua agitazione. Sembrava che sapesse che quella sarebbe stata la sua ultima apparizione in pubblico.

Non si sentivano le domande, ma c'erano le risposte siglate con la voce che cercava la sicurezza, non trovandola. Ogni tanto gli occhi sfuggivano alla camera per muoversi altrove come se temesse qualcuno. Falena trattenne uno sbadiglio mentre Straccione era interessato a quanto stava dicendo il produttore. Cowan si annotava alcune frasi sul notes che aveva appoggiato di fianco al videoregistratore.

-Molti miei colleghi più illustri di me mettono loro stessi nelle opere che fanno. Io no. Io non mi sento che un tramite di qualcos'altro. Un tempo avremmo definito muse le ispiratrici delle idee di artisti e poeti. Io concordo sul fatto che le idee vengano da un altro posto, forse un' altro mondo. Io ho trovato il modo di farle passare nel nostro. Tutto qui.

Dansen Macabre trovò quel discorso molto interessante.

-Folsomm ci sta dicendo che conosceva dei poteri superiori e che li esprimeva con il suo cinema. E se quei poteri li avesse conosciuti nella villa che poi ha preso il suo nome?

-E' solo il solito regista barra produttore sfortunato che maschera con l'eccentricità la qualità scadente del suo lavoro. Non sapete quanti ne ho conosciuti venendo a Los Angeles dietro quel bastardo che doveva darmi amore eterno e una carriera di attrice.

Cowan zittì Falena mentre la voce di Folsomm si fece più forte.

-Vi chiedete qual'è la mia musa? Non è mai stata una donna come a molti di voi piace credere. Dietro di me non c'era una creatura femminile ma la mia casa. Da quando mi sono trasferito nella villa ho scoperto che aveva molto da raccontarmi. Era come se le sue pareti respirassero e mi sussurrassero cose. Ora però quei bisbiglii non sono più suggerimenti ma ammonimenti. Ho scoperto che non ero stato il primo a sentirli. Dalla casa sono venuti i miei film. Onestamente e purtroppo non ho mai capito a fondo cosa volesse dire. Le mie orecchie la mia mente hanno il difetto di essere troppo umane per poterlo fare.

-Basta così, vado a bermi uno schifosissimo caffè alla macchinetta che ho visto nel corridoio. Godetevi i deliri di un pazzo.- Falena si trovò a parlare da sola, i suoi compagni erano rapiti dalle parole di Folsomm. Guadagnò il corridoio e si avvicinò alla macchinetta.

-Speriamo che non mi mangi le monetine.- pensò, sapendo che quei cosi di metallo erano più diabolici del Dottor Destino. Era da sola nel corridoio e il suono dei cent nella fessura risuonò con forza. Anche il ticchettio dell'orologio sul muro, un cerchio bianco con lancette nere, sembrava amplificato.

La Cinemateque era in un vecchio edificio. Era sempre stata lì dalla sua fondazione. Non si trattava completamente del progetto originale, negli anni infatti aveva subito alcuni restauri per ospitare al meglio una delle più importanti raccolte di film e cimeli sul cinema al mondo.

Falena però non ricavava nessuna sensazione positiva da quel luogo. Una tomba egizia sarebbe stata più allegra secondo lei. Lo pensò mentre mescolava il caffè.

-So già che sarà una brodaglia imbevibile.

Si trovò a pensare a Percival, alla notte prima. Fu improvvisa la cosa. Prima non c'era nulla nella sua mente e poi uscì fuori di colpo il viso dell'uomo di cui forse si era innamorata.

-Chissà che sta facendo con Fantasma?

Non indugiò oltre anche perché non era più sola , avanzavano verso di lei tre ragazzi. L'età variava dai 25 ai 30 anni. Uno portava una felpa con il logo di un fulmine, un altro bisbigliava all'unico straniero del gruppo, un indiano dai folti sopraccigli, qualcosa che riguardava Falena. Lo stesso passò dalle parole nascoste all'approccio.

-Io e i miei amici ci chiedevamo cosa ci fa una bella ragazza in un posto simile.

-Si annoia.- rispose Falena gettando la tazzina nel cestino.

-Impegnata in qualche ricerca universitaria?

-Non ne ho bisogno, mi basta andare a letto con i professori e il gioco è fatto.

Falena aveva trovato un passatempo.

-Mi chiamo Leowitz ma tu puoi chiamarmi Leo.

-Sybil e non ho nessuna intenzione di chiamarti.

-Questi sono Sheppard e Ragy.

-Mi dispiace ragazzi ma per il sesso di gruppo il mio minimo è 5.

Leowitz appoggiò il gomito sul ripiano della macchinetta parodiando, senza volerlo, la posa da bullo.

-Non c'è problema scommetto che un altro paio li troviamo.

-Scommetto che tu sei quello che ci prova sempre e colleziona due di picche.

-E tu sei quella che fa tanto la disinibita ma poi la tiene tutta per se.- replicò spostandosi.

Ragy cercò di calmare gli ormoni in subbuglio.

-Scusalo è un ingegnere.  Non ci sono molte donne nella sua facoltà e quelle che ci sono...

-Sentite starei qui ore a farvi impazzire però devo tornare dai miei amici a visionare dei vecchi film.

-Io sono un esperto di vecchi e nuovi film. Sono qui perché penso di sapere dove si nasconda la copia di un film maledetto. Noi saremo i suoi predatori. Ho convinto i miei amici ad aiutarmi.- ammise Ragy inarcando le sopracciglia.

-Amici che guarda caso non avevano nulla di meglio da fare...

-Ero un po' scettico, ma il tuo incontro ha dissipato ogni dubbio sulla serata.- disse Leo.

-Galante ma con me non attacca. Magari in una realtà parallela le cose tra noi potrebbero funzionare. Potrei essere la vostra vicina, magari potrei essere bionda e venire dal Texas. Ma qui sono mora e vengo dalla Romania.

-Ve l'ho detto ragazzi che la probabilità che questo esemplare femminile si facesse incuriosire da voi o dalla storia del film maledetto rasentavano lo zero assoluto. - commentò con precisione Sheppard. Il tono era quello di una segreteria telefonica.

-Perché questo film sarebbe maledetto?- chiese incuriosita Sybil

 

Cypress Hill. Cimitero. New York.

 

La collina puntellata di lapidi bianche si estendeva fino all'oceano e in lontananza si poteva scorgere la città di New York.

E' sempre stato un luogo di morte. Morte spietata per la libertà durante la rivoluzione americana quando George Washington vedeva i suoi uomini combattere dentro l'occhio del suo cannocchiale.

In seguito,finita la guerra,la morte è rimasta ma qui ha trovato riposo e dignità. La morte delle persone che da metà del 1800 sono state sepolte sotto quelle lapidi.

Anche di notte Cypress Hill non perdeva la sua calma, l'erba stessa sembrava addormentata e il vento che la smuoveva era il suo respiro.

Ci fu un unico momento in cui il sonno delle tombe fu scosso, quando il secondo Ghost Rider apparve per la prima volta in città. Lo fece qui illuminando con le sue fiamme le tenebre quiete.

Quella notte, dopo anni dall'episodio del motociclista fantasma, altre presenze arcane varcarono la soglia del cimitero.

Nessuno dei quattro si sentiva a proprio agio, come potevano esserlo visto quello che li attendeva

-Siamo sicuri di fare la cosa giusta?- domandò il Mangia Peccati.

-Dopo quello che ci hai detto Alice voglio vederci chiaro nelle macchinazioni di Mefisto.- asserì Moonhuntress che si muoveva tra le ombre senza quasi mai farsi illuminare dalla luna.

Luna che faceva brillare la maschera liscia di Orion. Si era fermato vicino ad una tomba e passava la mano guantata sul bordo.

-C'è troppa pace in questo posto. Perché Mefisto ci avrebbe indirizzato qui?

-E' strano con tutti i morti qui in giro non ne percepisco nessuno - disse preoccupata Wicked che si strinse poi nelle spalle prima di raggiungere Moonhuntress nell'ombra.

-Se siamo qui vuol dire che Mefisto ci ha preparato qualcosa. Ve l'ho detto era molto preoccupato da quello che potrebbe minacciarlo. Ha contattato qualcuno e ha parlato di un nostro trasferimento.

Non erano i sotterfugi, gli inganni di Mefisto ad infastidire Moonhuntress.

La preoccupavano di più i consigli del suo spirito guida. Lo sciacallo sapeva di quella notte e di cosa sarebbe capitato a loro, nonostante questo consigliò a Moonhuntress di stare al gioco e di convincere gli altri a fare quello che Mefisto gli aveva detto.

-Presto sapremo la verità. Io avverto il male ed è inutile che vi dica che il mio malvagiometro è appena schizzato alle stelle.

Orion non disse altro e si preparò all'attacco. Cypress Hill non vedeva una guerra da più di un secolo, presto però avrebbe sentito come al tempo di Washington le esplosioni, le grida e la battaglia sarebbe infuriata tra le quiete sponde d'erba di quel mare di lapidi.

-Stai giù.- gridò Wicked accorgendosi del puntino rosso che risaltava sul nero del costume dell'amante Moonhuntress.

Moonhuntress non si piegò, balzò all'indietro mentre il raggio attraversò una lapide creando un foro perfetto nel marmo.

Subito i quattro sentirono il terreno alle loro spalle muoversi, la terra si aprì vicino all'albero e poi da sotto emerse qualcosa di scuro.

Puzzava di cadavere, aveva occhi di luce. Quando la luna lo illuminò capirono di trovarsi di fronte ad una versione orribile di M.O.D.O.K. La testa incassata nel piccolo corpo fuso con la sedia meccanica era grande il doppio di quella dell'essere creato per uccidere e la carne era marcia. Dei cavi pompavano un liquido dentro e sotto la pelle cadente e le pupille erano collegate alla sedia da sottili tubi.

Da una parte c'era il M.O.D.O.K zombie e dall'altra dove stavano cercando rifugio uscirono fuori una dozzina di soldati delle Avanzate Idee Magiche e i Night Shift di New York si trovarono addosso così tanti punti puntini rossi che sembrò che avessero il morbillo.

Una malattia che poteva diventare presto mortale, il tempo che ci avrebbero messo quelle armi ad aprire il fuoco.

-Dobbiamo disperderci, non dargli un unico bersaglio...

Moonhuntress balzò verso i soldati con il calcio in resta. Ne stese uno. Gli altri spararono, Orion scappava trovando rifugio dietro le lapidi che purtroppo non ne offrivano molto. Wicked e il Mangia Peccati si trovarono bloccate come se qualcuno stesse rimestando nelle loro teste. Era lo Zombie M.O.D.O.K che aveva conservato i poteri mentali friggi cervello della sua controparte viva.

-Arghhhh la mia testa sta per scoppiare.- Wicked si piegò in terra. Moonhuntress distratta dall'urlo dell'amata venne colpita da un pugno rivestito di magia. Cadde all'indietro fermata da una lapide.

Il Mangia Peccati si concentrò, sfidò la morsa mentale, alzò le braccia, fece scintillare le dita. Le abbassò sperando che l'energia scura fermasse il mostro. Non fu così e anche il suo cervello venne colpito da una scarica di dolore puro.

-Fermatevi, anche tu NECROMODOK. Li abbiamo in pugno. Alfa non sarà molto soddisfatto della mediocre resistenza che hanno offerto.

Era il comandante del gruppo. Ad un suo ordine tutti si fermarono ed estrassero collari e manette inibitrici.

-Niente scherzi – disse rivolto ai prigionieri - il NEKROMODOK ha l'ordine di spegnere per sempre i vostri cervelli. Per lui sono come interruttori. Se non volete diventare delle piante grasse vi conviene ubbidire. Vi piacerà il posto in cui stiamo andando.

Alice e gli altri si arresero, erano stati sorpresi da quell'attacco ma nel cuore di tutti c'era anche il desiderio di saperne di più.

Era ormai evidente che Mefisto aveva preparato quella trappola e che i suoi alleati erano quei buffoni vestiti di giallo e viola. Alice aveva letto dell'A.I.M originale, ma non aveva mai sentito di un gruppo che professava la magia invece della scienza.

I quattro vennero trascinati in un punto dove le lapidi si diradavano e formavano quasi un circolo.

-Aprite il varco per il pozzo dei vaticini. Stiamo tornando a casa, a Los Angeles.- disse il capo delle operazioni mentre l'enorme testa zombie fluttuava nell'aria avvicinandosi al punto del teletrasporto.

 

***

 

    -Dov'è finita Falena?- Cowan guardò l'orologio calcolando che era passata una mezz'ora abbondante da quando la sua amica li aveva lasciati per il conforto caldo di un caffè

-Avrà trovato qualcuno da tormentare.- disse Dansen Macabre mentre sul video finivano di scorrere le immagini dell'intervista.

-Voi rimanete qui vado a vedere dove si è cacciata. Ho bisogno di un po' d'aria e di allargarmi il colletto della camicia. E poi, rimanga tra noi, ma ho messo troppo profumo e non sono abituato ad un simile odore.- aggiunse lo Straccione.

Nel corridoio non trovò nessuno. Passando vide attraverso i finestroni che la luce del giorno stava scemando all'esterno. Alcuni lampioni si erano già accesi intorno al grande parcheggio.

-Qui non si vede.- rifletté tra se allontanandosi verso l'uscita.

 

-Voi non me la raccontate giusta?- Sybil Dvorak in arte Falena cominciava a temere di aver fatto il passo più lungo della gamba.

Non aveva modo di comunicare con i suoi compagni rimasti nella videoteca. I Night Shift non disponevano di segnalatori silenziosi come i Vendicatori. Davanti a lei i tre nerd non sembravano più tali. Era come se seguissero degli ordini ben precisi. Quando il piccolo scaffale, nella stanza dove li aveva seguiti, si mosse aprendosi come una porta e rivelò un rettangolo buio e dei gradini di pietra, Falena iniziò a preoccuparsi.

-Come sapevate di questo posto?

-Abbiamo...- iniziò Leowitz che voleva guadagnare punti con lei.

Sheppard lo colpì ad uno stinco zittendolo, si scusò dicendo che non l'aveva fatto apposta ma i suoi occhi azzurri brillarono di una luce cattiva.

-Non vi seguirò fino a quando non mi direte come sapevate del passaggio.

Ragy sospirò, qualcosa doveva mettere nel piatto. Non sapeva perché ma l'incontro con Sybil non era stato casuale.

-Ho un mio blog dove spesso posto commenti su film e registi sconosciuti. Due settimane fa ho dedicato una pagina a  Folsomm produttore e regista di film come “La donna con la pelle di Varano”, “Orrore a Smallrock” etc. Ho ricevuto diversi commenti ma tra tutti questi quelli di una persona in particolare mi colpirono.

Si bloccò come se si rendesse conto che non sapeva davvero nulla su chi li aveva scritti.

-E' sempre rimasta anonima ma sapeva parecchie cose di Folsomm, eventi e dati che non c'erano nelle biografie. Mi mandò delle prove che quanto diceva era vero. Ci trovammo anche in una chat.

E lì mi parlò della vera filmografia di Folsomm. Di pellicole che avevano un potere particolare che erano in grado, se viste, di aprire le menti.

Sybil era rimasta zitta. Erano lì per trovare informazioni su Folsomm ed era incappata in un gruppo che ne aveva di importanti. Sapevano di film maledetti che nessuno conosceva e soprattutto avevano in mano la loro ubicazione segreta.

-Alla fine si convinse che io potevo essere la persona giusta, la mia passione per i vecchi film lo aiutò nella scelta e mi spiegò come trovare le pellicole. La Cinemateque ha sempre avuto un'area di incontro segreta per gli autori. Questi si trovavano e facevano quello che le produzioni e la gente non permetteva. Folsomm fece vedere i suoi film e creò un circolo di gente che abbracciò il suo credo cinematografico.

-Ma com'è possibile che nei restauri di questo posto nessuno si sia accorto del passaggio? Non vi siete chiesti chi fosse l'uomo della chat? Ho l'impressione che voglia usarvi per prendere i film, cosa che magari lui non può fare.

-Può essere, però finora tutte le informazioni che ci ha dato hanno trovato riscontro. E come vedi il passaggio segreto è proprio qui davanti a noi – indicò il buio - Lì sotto ci aspetta l'ultimo tassello del puzzle, la sala segreta dei creativi di Hollywood.

Leonard era interessato alla risposta di Sybil.

-Mi avete convinto.- Falena aveva pensato ad un modo per avvisare i suoi amici. Il cellulare era rimasto nella borsa, ma poteva sempre contare sui suoi poteri. Le bastava rimuovere un pezzetto di tessuto per farlo diventare un segnale per chi l'avrebbe cercata.

Sheppard tolse dalla giacca delle torce elettriche e fu il primo ad iniziare a scendere illuminando il percorso davanti a se.

-Attenti a dove mettete i piedi...- le parole furono profetiche perché fu lui a scivolare sul bordo del gradino e a ruzzolare nel buio. La torcia gli sfuggì di mano e iniziò a rotolare sui gradini illuminando a flash il buio.

Gli altri facendo attenzione lo raggiunsero mentre da terra ancora dolorante si rialzava. Falena si era accorta dell'interruttore vicino al muro. Lo premette e una luce bianca invase la sala sotterranea rivelando un vero e proprio piccolo cinema segreto. In alto sopra le file di poltrone c'era lo spazio per il proiezionista. Alle loro spalle sotto quella luce invadente comparve lo schermo.

-Ecco dove l'intellighenzia cinematografica si riuniva in gran segreto.

Leowitz si sedette su una poltrona per riprendere fiato. Appoggiando la mano sul poggiolo vide che questo era macchiato e che c'era una scanalatura.  Si alzò di scatto.

-Sangue...sono sicuro che c'è del sangue sulla poltrona.

Falena andò a controllare. Era proprio sangue rappreso. Vecchio. La scanalatura nascondeva un meccanismo. Non sembrava funzionare più ma era ripetuto in tutte le altre poltrone. Falena iniziò a controllarle fino a quando dal poggiolo di una di queste non si alzò una specie di punta, sporca anch'essa di rosso.

-Chi si sedeva qui pagava con il suo sangue la proiezione.

-Non mi lamenterò più del biglietto del cinema.- disse con un brivido Ragy.

-Non poteva morire nessuno visto il poco sangue prelevato, faceva parte di un rito, di qualcosa che non ha certo a che vedere con il cinema.- sentenziò Leo.

-Chi si riuniva qui oltre a Folsomm, l'uomo in chat non ne ha parlato?

-Ha fatto qualche nome, produttori registi anche sconosciuti. Era un circolo interno, una sorta di massoneria cinematografica.- spiegò Ragy.

Falena iniziava a capire.

-Avete ragione. Folsomm cercava degli iniziati e mostrava a loro i veri film della sua produzione, quelli che scriveva e dirigeva sotto l'influsso della casa.- Falena non poteva rimanere lì un minuto di più. Era evidente che i suoi amici non si erano accorti della sua “mollica di pane”.

-Dove sono questi film, forse le pellicole sono nella cabina del proiezionista. L'uomo del blog ha detto che ne esistono ancora delle copie.

Ragy spinse in là porticina ritagliata in una parete che conduceva al proiettore.

-Lasciate stare tutto com'è. Non sappiamo cosa possono fare quei film a chi li guarda. Vi assicuro ragazzi che qui c'è all'opera qualche forza maligna.

-Superstiziosa. Sapevo che dovevi avere un difetto.- replicò Leo seguendo l'amico nella saletta.

-Stupidi incoscienti.- Falena sentiva nell'aria che qualcosa di brutto stava per accadere.

In alto intanto lo Straccione si era riunito ai suoi amici. La ricerca non aveva dato nessun esito. Falena sembrava scomparsa nel nulla.

La Cineteque stava per chiudere.

-Ha lasciato il suo cellulare nella borsa.- disse Dansen Macabre.

-Non può esserle successo nulla vero?- chiese Cowan. Non era molto contento che il Fantasma lo avesse relegato a quel lavoro di ricerca, ma adesso sentiva forte l'odore dello scoop. L'intervista di Folsomm lo aveva convinto che c'era davvero molto dietro la villa dei Night Shift. Il mistero di L.A sarebbe stato il suo trampolino di lancio. Verso cosa non poteva saperlo ma il sogno di diventare finalmente uno scrittore stava prendendo i connotati della realtà.

-Cosa facciamo?- Dansen Macabre chiese e Cowan gli suggerì – potresti danzare per i guardiani all'ingresso, far credere loro che siamo usciti mentre passeremo la notte alla Cinemateque

-E se Falena fosse semplicemente uscita? Non stiamo precipitando troppo le cose? - Lo Straccione era una persona normale senza poteri visto che non aveva il costume con se.

-Non avrebbe mai lasciato borsa e cellulare, e poi ci avrebbe avvisato.- Cowan aveva assaporato l'osso e adesso non l'avrebbe mollato più.

-Faremo come dici tu ma non mi piace usare i miei poteri con la gente normale.- Dansen Macabre nel suo lungo vestito nero andò verso l'ingresso. La gente, poca, che era rimasta nell'edificio lo stava raggiungendo per uscire.

Fu allora che Cowan passando davanti alla porta del piccolo magazzino di pellicole vide il pezzo di tessuto attorcigliato alla maniglia.

-Falena è qui dentro.- disse sicuro.

-Cosa te lo fa credere?

Cowan srotolò il pezzettino che  iniziò a muoversi tra le sue dita animato dal potere mutante di Falena.

-Mi hai convinto.- assicurò lo Straccione mentre Cowan spingeva in là la porta.

 

***

 

Marcus Webber faceva la guardia giurata alla Cinemateque da ormai 10 anni. Una cosa si sapeva di lui: odiava il cinema. Gli piaceva però il suo lavoro e rispetto agli altri colleghi andava in palestra tre volte a settimana, si allenava al tiro al bersaglio e teneva pulita la divisa come fosse una seconda pelle. Era anche uno dei pochi che non guardava la partita invece dei video di sorveglianza. Quella notte fu ricompensato per il suo zelo.

Erano passati alcuni mesi da quando  aveva fatto assaggiare un po' di nocche e manganello a dei furbetti che ebbero la bella idea di rimanere nell'edificio oltre l'orario di chiusura. Nello schermo vide Cowan e Straccione che entravano nella stanza. Si stava alzando per andare a prenderli quando Dansen Macabre comparve davanti a lui.

-Eccone un'altra - pensò. Con la ragazza si sarebbe comportato più gentilmente magari in cambio del trattamento di favore avrebbe anche ricavato qualcosa. Si alzò sovrastando Dansen con la sua massa di muscoli ben oliati e il faccione più squadrato del monitor.

-Che ci fai ancora qui? Siamo chiusi da quindici minuti.

Macabre non disse nulla, le parole interrompevano la concentrazione. Iniziò a ballare e nonostante l'abito lungo mostrò la consueta leggiadria, veleggiò sulle punte e poi fece una piroetta e ,girando su se stessa, iniziò a creare la sua malia ipnotica.

Marcus Webber lasciò che la mano si allontanasse dal manganello e tornò a sedersi. Adesso anche lui era come tutte le altre guardie sintonizzato sulla partita.

-Cowan, Straccione dove siete?- chiamò a bassa voce Dansen Macabre, tornando dai suoi compagni. Vide infine la porta aperta. Entrò. Il mobiletto che celava il passaggio era tornato al suo posto.

-Un vicolo cieco...- pensò – devono essere da qualche altra parte...- stava per tornare sui suoi passi quando la voce di Cowan stravolta da un grido irruppe nella stanza. Non veniva da fuori.

Di nuovo l'urlo, le parole che diceva non riusciva a comprenderle ma era sicura che provenisse dal piccolo scaffale. Si mise a cercare qualche pulsante nascosto fino a quando muovendo uno dei libri sentì un rumore sordo e poi seguendo un meccanismo che dopo anni si era riattivato quella notte, lo scaffale rivelò il segreto nel muro.

-Cowan e gli altri sono qui dentro.- si pentì di quel vestito, raccolse con le mani il bordo troppo basso e ingombrante e poi lo strappò liberando una buona porzione di gambe dall'impiccio.

-Falena dice sempre che il mio costume lascia vedere più di quanto non creda, però non mi sono mai sentita esposta come adesso.- pensieri stupidi per rintuzzare la paura dell'ignoto. Il buio occupava i primi gradini poi la luce dal basso illuminava la fine della scala. Non sapeva cosa aspettarsi in fondo. Cowan aveva smesso di gridare. Dietro di lei il meccanismo richiuse il passaggio. Non poteva più tornare indietro doveva affrontare chi la stava aspettando in fondo alla scala. Arrivò nella stanza. Subito vide Straccione e Cowan legati alle poltrone del cinema. Di Falena non c'era traccia. Cowan la vide e urlò.

-Attenta Dansen... sono dietro di te. Non farti catturare.- provò a muoversi ma poi l'ago infilato nella sua vena lo dissuase dal farlo. Creava un piccolo foro sufficiente a far uscire molto lentamente il sangue che scivolava nella riga scavata al centro del poggiolo e da lì gocciolava in terra. Intorno agli occhi avevano dei blocca ciglia, fissati superficialmente nella carne che gli impedivano di sbatterle e di proteggere le pupille. Lo schermo però davanti a loro era ancora bianco.

-Di chi state parlando, chi vi ha fatto questo?

Dansen Macabre si era accorta dell'ombra sul pavimento, di qualcuno che brandiva un’accetta. Si spostò di lato evitando il colpo. Davanti a lei c'era Leowitz, il ragazzo però aveva sulla faccia una maschera del teatro greco. Un' altro si avventò dal lato opposto con un coltello. Si trattava di Ragy.

Piegandosi riuscì a schivare il colpo e poi a stendere l'aggressore con un calcio rotante.

Anche quello era un ballo. Una battaglia a passo di danza.

-Devi liberarci...questi aghi bastardi ci stanno dissanguando e ci vogliono far vedere uno dei film maledetti di Folsomm. Loro li hanno visti. E' stato questo a ridurli così. Hanno avuto la meglio con Falena. La tengono nella sala proiezione.

Dansen aveva altri problemi, non solo i due ragazzi diventati qualcos'altro, assassini usciti da qualche brutto film ma lo schermo alle sue spalle si era di nuovo acceso di immagini. Il proiettore era tornato in funzione.

-Perdetevi nel meraviglioso mondo di Folsomm.- disse Sheppard. La voce non era più robotica ma spettrale. Contro ogni logica teneva per un braccio Falena.

-I tuoi amici hanno già preso posto. Il sangue che verseranno sarà il giusto tributo all'arte e i loro occhi avranno il privilegio di fissare il cinema del maestro Folsomm, nel suo stato più puro.

In lui c'era qualcosa dello stesso Folsomm. Lo sguardo e anche il modo di muoversi. Una gestualità drammaticamente simile a quella vista nell'intervista.

Trascinò Falena su un'altra poltrona. Dansen Macabre poteva combattere nel buio, chiuse gli occhi perché sentiva che un solo sguardo allo schermo dietro di lei l'avrebbe resa un burattino nelle mani dell'essere che possedeva quei ragazzi.

Aveva imparato dal migliore, il Sudario, a colpire nelle tenebre, a renderle il suo alleato più fedele.

Ci mise poco a stendere i due “cineposseduti”.

-Ferma... o la tua amica avrà un nuovo sorriso all'altezza del collo.

Falena era stata tramortita e adesso Sheppard le accarezzava la gola con una lama.

Cowan e Straccione sentivano le forse venir meno. Il gocciolio del sangue risuonava nelle loro teste anche se nella realtà era un rumore quasi impercettibile. Ma non era quello il peggio, no era la visione sullo schermo che si insinuava nelle loro pupille marchiandole con il fuoco della follia e dell'orrore. Quelle pellicole che giravano nel proiettore non erano fatte di celluloide ma di incubi.

Dansen Macabre era la sola speranza dei suoi amici. Doveva intervenire. Sheppard stava legando i polsi di Falena sui poggioli, sempre tenendo il coltello mortalmente vicino al suo viso.

Per Dansen era arrivata l'ora di far calare i titoli di coda su quell'assurdo e terribile film.

 

Continua...